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gang bang dagli zii


di qwer85
23.08.2010    |    91.879    |    2 8.4
"Ho la bocca impastata e non riesco a parlare..."
Con mia grande sorpresa, trovai il dvd nella buca delle lettere. Tornavo dall’universita’ e non vedevo l’ora di fare una doccia, senza neanche pensare al pranzo. Da qualche giorno avevo perso appetito e serenita’, a causa del pomeriggio movimentato e oscuro, trascorso a casa degli zii.
Mi ero recata da loro per fare la presentazione di un elettrodomestico che, per mettermi qualche soldo in tasca, cerco di vendere ad amici e parenti. Avevo programmato quella riunione, senza aver penato per convincere la zia, che per un motivo o per l’altro rimandava il discorso. Poi accadde che un pomeriggio, mi trovai a passare di li e trovai che gli zii erano in compagnia di alcuni amici, per un the. Dopo le presentazioni di rito, la zia prese a tessere le mie lodi: disse che studiavo all’universita’ e che, per arrotondare, mi sbattevo per vendere questo elettrodomestico. Vidi che i loro amici si mostrarono interessati e colsi l’occasione per proporre una riunione dimostrativa del prodotto. La zia comincio’ ad accampare le solite scuse, ma i suoi amici vennero in mio aiuto, sostenendo che anche altri potevano essere interessati. Cosi’ si fisso’ l’incontro, per la settimana successiva, dopo cena. Ricordo che ero eccitatissima all’idea di fare una presentazione con tante persone e mi preparai con cura, come se si trattasse di un appuntamento galante.
Arrivai puntualissima e agitatissima, anche perche’ a 20 anni non si e’ padroni della situazione.
Appena entrata, salutai gli zii e venni presentata ai loro amici; fui felice di contare sei coppie oltre agli zii. Si trattava di persone tra i 50 e i 60 anni, ma sembrava gente simpatica.
La zia aveva preparato il salone, in modo che io mi trovassi su un piccolo divano, con un tavolino sul quale appoggiare la mia roba e gli altri di fronte ad ascoltarmi. Feci per prendere la mia roba, quando la zia disse: “perche’ prima di cominciare, non prendiamo un caffe’?” Accettammo tutti di buon grado e nell’attesa scambiai due parole con gli ospiti. Si trattava di gente semplice e gentile, anche se notai, piu’ di una volta, che non risparmiavano delle generose occhiate alle mie gambe. Indossavo un abito a tubino, sopra il ginocchio che la seduta bassa del divano aveva fatto salire piu’ del dovuto. Feci finta di nulla, perche’ non volevo fare la figura della provinciale e in ogni caso, mi trovavo di fronte ad un uditorio abbastanza datato, che incuteva tenerezza piu’ che soggezione. Mentre sorridevo di questi pensieri ecco che arriva la zia con il caffe’, assicurandomi che c’erano gia’ i miei soliti due cucchiaini di zucchero. Bevo il caffe’ con gusto e qui i miei ricordi si fermano. Mi ritrovo il mattino dopo, in casa degli zii, che mi spiegano che non mi sono sentita bene e che mi sono fermata li a dormire. Non capivo ancora che tipo di malessere mi avesse colto, ma per tutto il giorno conservai un fastidioso mal di testa. Chiesi qualche spiegazione agli zii, che mi spiegarono che devo aver avuto un calo di pressione, forse per il caldo di questi giorni e che mi avevano portato sul lettino della camera degli ospiti dove un medico, presente quella sera, mi visito’ dicendo che non era nulla di preoccupante. Doveva trattarsi di un accumulo di stanchezza e di stress che, in quel periodo di esami, era frequente.
Me ne tornai a casa, scusandomi per la figura con i loro amici, anche se mi resto’ una confusione sospetta nella testa.
Eccomi in casa, con il cd in mano e la curiosita’ in testa. Mi dirigo subito verso il lettore e accendo il televisore. Un brivido mi corre lungo la schiena, non appena riconosco me stessa, a casa della zia, qualche sera fa. Le prime immagini mi vedono seduta sul divano della zia, in mezzo ai suoi amici ed ecco che arriva la zia con il caffe’. Osservo che ho le cosce generosamente scoperte e che non sono niente male. Mi guardo mentre mando giu’ il caffe’ e una strana inquietudine si impadronisce di me; quasi come se me l’aspettassi, vedo che poso la tazzina e qualche minuto dopo mi appoggio allo schienale del divano con una mano sulla fronte. Un momento dopo vedo due amiche della zia che si siedono ai miei lati e, invece di preoccuparsi di come sto, dicono con aria trionfante: “la troietta e’ pronta!”. Non credo ai miei occhi: ho gli occhi chiusi e la bocca socchiusa, una signora sui 50 comincia a baciarmi e mi spinge la lingua in bocca e intanto, aiutata dall’amica, mi divarica le gambe e comincia a sollevarmi il vestito. Ora compare la zia dietro il divano e mi sfila dalla testa il vestito, prendendomi in mano i seni e strizzandoli quasi con rabbia. Sento che mi lamento, provo a dire debolmente “no” ma sono sopraffatta da troppe mani, troppo esperte e troppo stordite dall’eccitazione, per quello che si sta consumando davanti ai loro occhi. Vedo solo donne, che si prendono “cura” di me in maniera golosa e feroce. Ormai sono completamente nuda, distesa sul divano con la testa appoggiata in grembo alla zia che mi tiene ferme le braccia. In effetti ho ancora qualche reazione istintiva e queste danno fastidio a chi sta rovistando il mio corpo. Una donna bionda, formosa e volgare, mi morde il seno e un’altra ha la testa e le mani fra le mie gambe, tenute aperte da altre due amiche. Mi vedo sopraffatta da insospettabili signore di mezza eta’, che si contendono il mio corpo come la carcassa di una preda catturata dal branco. E’ proprio questa la sensazione: mani voraci che mi frugano, che si cibano del mio corpo, del mio sesso, per placare il loro insano appetito. Le donne si sono tutte spogliate, compresa la zia che continua a tenermi ferma, baciandomi con golosita’. Non capisco se sto soffrendo, le loro voci sovrastano la mia e vedo mani che mi vanno dappertutto, accompagnate dai miei gemiti e dai loro commenti: “senti che pelle di seta, che ha questa troietta! guarda come le piace... senti che buchino stretto che ha!”.
Mi accorgo che qualcuno, adesso, sta manovrando la telecamera perche’ l’immagine non e’ piu’ fissa e si avvicina al divano, per inquadrare meglio la scena. Si comincia con un primo piano del mio viso, stordito e stravolto mentre due donne mi stanno rovistando in bocca con le loro lingue. Vedo la mia intrecciarsi alle loro, mentre la zia mi tiene ferma e mi strizza i seni. Mi accorgo che la mia pelle, chiarissima per via dei miei capelli rossi, e’ visibilmente segnata da quei ripetuti contatti con quelle mani mature, dalle vene gonfie e dalle unghie lunghe. Le mie tette rimbalzano inermi tra le mani della zia e delle sue amiche, che se le contendono e le stropicciano, quasi volessero fargli prendere vita. La telecamera adesso scende e si sofferma sulle mani che tengono le mie cosce divaricate, sulle dita che tormentano in un’ispezione senza fine il mio sesso. Come se ci fosse un tacito accordo, diverse mani si alternano a prendere ognuno la propria porzione. Mi sento come un buffet appetitoso, preso d’assalto da un branco di persone affamate. Alla fine di questa considerazione, mi accorgo che sono eccitata e la cosa mi spaventa. Sto assistendo ad uno stupro di gruppo in piena regola, nei miei confronti, a casa dei miei zii e invece di mostrare disgusto e indignazione, mi eccito! Sono circondata da seni grossi, cosce bianche con cellulite e capillari, culi abbondanti e mollicci... tutto questo l’ho sempre visto con un certo ribrezzo o perlomeno distante da pensieri eccitanti. E invece eccomi qui a farmi toccare dappertutto da mani che hanno fame di carne giovane e che stanno facendo festa, sul banchetto offerto da mia zia.
Improvvisamente la scena cambia. La zia dice alle amiche: “spostiamola piu’ su, cosi’ ce la facciamo leccare!” Molte mani mi spingono verso il bracciolo del divano e subito una donna sulla sessantina, bianca e molliccia, si mette a gambe aperte sulla mia faccia e aprendosi la fica con le dita, la indirizza sulla mia bocca. La telecamera zooma su quella scena e vedo che provo a spostare la testa per non entrare in contatto con quella fica slabbrata. Subito pero’, riconosco le mani della zia che afferrano la mia testa e la tengono ferma, mentre la donna quasi si siede sulla mia bocca, obbligandomi ad incollare la mia bocca alle sue grandi labbra. La zia mi sta incitando: “lecca, piccola mia, lecca... tanto te le assaggerai tutte... e poi tocca ai cazzi, sono tutti belli grossi e stanno aspettando per spaccarti!”. Con stupore ed eccitazione, con gli occhi fissi sullo schermo e il cuore che va a mille,mi rendo conto che ho preso a leccare quella figa, che potrebbe essere di mia madre. sento la donna sopra di me, gemere e la vedo agitarsi, cambiare posizione e offrirmi il buco del culo, che comincio a leccare, continuando quello che stavo facendo alla sua figa. A quel punto, cominciano quasi a litigarsi il posto sulla mia faccia e assisto ad una vera e propria sfilata di donne grassocce, che vengono a sedersi sulla mia faccia, e nello stesso tempo fanno lingua in bocca tra di loro. non credevo che potesse esistere tutto questo e che potesse essere cosi’ eccitante... mi accorgo di aver portato una mano tra le gambe e di aver trovato le mutandine fradice di umori. mi vergogno di questa eccitazione, ma non posso farne a meno e prendo ad accarezzarmi, mentre continuo a fissare le immagini sullo schermo. La telecamera si sposta sulla mia figa, dove tra le varie mani che si alternano in carezze piu’ o meno rudi, ne vedo una tozza, grossolana e ingioiellata che mi sta tormentando con continue penetrazioni, sempre piu’ violente ed invadenti, due, tre, quattro dita! A quel punto vedo che il mio bacino ha qualche sussulto, anche se non riesco a muovermi piu’ di tanto, perche’ mi sono tutte addosso. Sento i miei lamenti provenire da lontano, come se quel corpo non mi appartenesse. E intanto la mano si accanisce e infierisce anche con le parole: “tieni troia, senti come ti allargo bene e guarda come ti piace, sei tutta bagnata, senti come scivolo bene dentro questa fichetta dorata, te la spacco!”.
Aveva ragione. La mia figa appariva bagnata come la sua mano, che andava e veniva con violenza facendomi sobbalzare ad ogni colpo; non so se per dolore o per piacere... forse per entrambe le cose.
C’e’ qualcuno nella stanza che dice: “fai piano, che se ce la rovini, noi con cosa giochiamo?!?” La megera allora risponde: “avete ragione, la serata e’ lunga... pero’ il gran finale non deve mancare!”. la serata e’ lunga... ho pensato che sarebbe stata davvero interminabile, considerando che ero in balia di 14 persone! Poco dopo l’immagine si allargo’ per mostrare che alcune donne avevano cominciato a prendersi cura degli uomini, rimasti finora in disparte, mi ero quasi dimenticata di loro! Alcuni mostravano un fisico ancora tonico, per l’eta’ e tutti avevano dei cazzi di tutto rispetto. Tre donne si prendevano cura di loro e vedevo che non avevano nessuna difficolta’ a succhiarne due, alternativamente; pensai che l’esperienza delle tre donne, stava venendo fuori e avevano fatto diventare quei cazzi, duri ad un punto tale da vederli tesi, con le cappelle violacee pronte a scoppiare. Mi resi immediatamente conto che li avevano preparati per me. Tre uomini, si avvicinaro al divano e le donne si staccarono da me, lasciandoli liberi di fare. Ne restarono due a tenermi aperte le gambe e mentre uno si sistemava tra le mie gambe, gli altri due si posizionarono ai lati del mio viso e mi appoggiarono le cappelle sulle labbra. Vidi che non esitavo a leccarli e dopo poco trovai il ritmo giusto per succhiarli a turno.
La telecamera si sposto’ sulla figa, perche’ il terzo uomo, con la complicita’ delle due donne, si accingeva a penetrarmi: una mi teneva ferma e aperta, l’altra impugno’ quella verga grandiosa e la punto’ sulla mia figa...la passo’ un paio di volte su e giu’, quasi volesse schiudere le labbra del mio sesso e poi incito’ l’uomo con un sussuro voglioso: “sfondala!”. Una spinta decisa e il cazzo scomparve dentro di me. Alla fine della spinta inarcai il bacino quasi a sottolineare l’imperiosita’ della penetrazione, accompagnandolo con un profondo gemito di dolore o di piacere... non so.
All’inizio sono colpi lenti e profondi, poi il ritmo aumenta e diventa quasi cattivo, rabbioso. Le mie tette bianche e morbide, sobbalzano inermi vittime inconsapevoli della devastazione della mia figa. Le donne intorno, incitano il ritmo dell’uomo che assesta profondi e violenti colpi per fermarsi improvvisamente. Probabilmente non vuole ancora venire, per far durare la festa piu’ a lungo. Ed ecco che comincia un lento avvicendamento, tra chi mi scopa e chi me lo mette in bocca, una lenta processione di persone indemoniate, che non risparmiano un centimetro della mia pelle. Le donne cominciano a tormentarmi il culo e vedo che lasciano colare abbondanti bolle di saliva sul buchino inviolato, per far scivolare dentro le loro dita vissute. Mi ipressiona vedere quelle mani, che hanno un aspetto materno, che fanno venire in mente carezze per i nipoti, cosi’ piene di carica sessuale, che le porta a violare le parti intime di una ragazza che potrebbe essere loro figlia. Del resto, mia zia mi ha offerta a loro... chissa’ da quanto tempo desiderava farmi questo mentre mi perdo dietro questi pensieri, vedo che mi sollevano e mi fanno sedere su un uomo che si e’ seduto sul divano. Quell’uomo e’ mio zio e una delle donne, che mi sorregge sotto le braccia e’ la zia. Una donna ai piedi dello zio, gli sta massaggiando il cazzo per farglielo tirare al massimo, mentre una sua amica ha la testa affondata tra le sue gambe e la lecca rumorosamente. La zia e l’amica, cominciano a calarmi piano sullo zio, mentre la terza che lo massaggiava, dirige quella verga maestosa verso il mio culo. Un brivido mi corre lungo la schiena, mentre guardo la scena sullo schermo. Sono terrorizzata per quello che sta per succedere e nello stesso tempo, pervasa da un’eccitazione tale da sentire i battiti del mio cuore. Vedo la mia testa rovesciata all’indietro tra la zia e la sua amica, il sesso dello zio tenuto contro il mio culo dalla sua amica e altre due che mi sorreggono per le cosce spalancate. La telecamera inquadra in primo piano il cazzo dello zio che preme sul buchino. non c’e’ proporzione tra le due cose, non riesco ad immaginare come possa entrare. Poi sento la zia che incita: “dai, impaliamola, allargala bene, che ci devono passare tutti”. Il mio corpo comincia ad abbassarsi lentamente, ma inesorabilmente e vedo sparire il sesso dello zio dentro di me. Sento che il mio gemito sale di volume, col progredire della penetrazione, fino a diventare un urlo che si protrae e che prende ad accompagnare il ritmo che, lo zio e le donne che mi tengono, hanno dato alla penetrazione. Le mie mani si aggrappano alle braccia delle donne che mi sorreggono e le altre, serrano la presa intorno alle mie cosce, perche’ il dolore mi fa agitare parecchio. Ma non mollano. E mentre continuo ad urlare, la mano di una donna, con la schiena bianca e il culo pieno di cellulite, mi pianta tre dita nella figa e si muove con rabbia e cattiveria dentro di me. Sembra quasi che voglia punire la mia gioventu’, la mia freschezza. Ho come l’impressione che vogliano sporcare la mia giovane bellezza, per rendermi piu’ simile a loro. Le donne che mi sorreggono, mi sollevano fino quasi a sfilarmi da quel palo, per poi farmi ricadere sul cazzo dello zio, che mi pianta le dita nei fianchi e mi scuote a proprio piacimento. E io non smetto di urlare.
La stanza e’ invasa da gemiti e lamenti che si confondono, perche’ ormai sono tutti coinvolti in un’orgia che, sempre di piu’, assume l’aspetto di un rito sacrificale nel quale io sono la vittima da immolare. La zia si impadronisce della mia bocca e infila oscenamente la sua lingua dentro di me, mentre un uomo la prende da dietro, accrescendo la lussuria che riversa su di me. Vedo che la mia bocca si apre a tutto e a tutti; succhio, lecco, bacio, ingoio con evidente incoscenza, ma senza ribellione. O forse, mi rendo conto in parte di quello che accade e decido che mi va di farlo.
Dalla forza con cui lo zio mi afferra ai fianchi, capisco che e’ al culmine. Ne ho la conferma quando lo vedo uscire rapidamente da me e riversare la sua sborra, nella bocca della donna che ha guidato la penetrazione. Non vedo uscire una goccia, solo il rapido movimento della mano della donna per completare l’eiaculazione e lei che si stacca dal sesso di mio zio, per venire a versarmi in gola, tutta la sborra raccolta nella sua bocca, arginando con golose leccate la fuoriuscita ai lati della mia bocca. succhio, lecco, bacio, ingoio, accetto passivamente ogni porcata mi obbligano a fare. Continuano a sottolineare con una miriade di insulti, ogni penetrazione, violazione e presunto piacere che posso provare nel culo, nella figa, in gola. E ci sono ancora 6 uomini da soddisfare. Comincio a chiedermi come sono sopravvissuta a tutto questo. Intanto, l’eccitazione continua a crescere e mi accorgo di masturbarmi con una foga inconsueta; sento il desiderio di stuzzicarmi il culo e il contatto con le dita, mi procura un lieve dolore che mi riporta alla realta’ delle immagini che scorrono sul mio televisore.
“a chi tocca, adesso?” ”dai, su, chiavala, cosi’!” ”spingi fino in fondo, che le piace, riempila tutta!”; queste erano le voci che uscivano dal televisore, a commentare l’avvicendamento e l’accanimento di quelle persone, nella mia intimita’. E intanto, la scena cambia ancora. Un uomo e’sdraiato sul tappeto e le donne mi portano sopra di lui, che in un attimo me lo infila tutto nella figa. Le mie tette bianche, abbondanti e lentigginose dondolano sul suo viso e lui inizia a morderle, strizzarle e succhiarle. Solo ora, mi accorgo che io mi muovo sopra di lui. Devo convincermi che ormai ho vinto ogni imbarazzo o che, i freni inibitori, sono stati soppressi dalla droga versatami nel caffe’. In ogni caso, mi sto scopando quell’uomo. Vedo il lento e ritmato movimento dei miei fianchi, che si muovono con la loro bianca morbidezza, tormentata dalle dita dell’uomo, che mi afferrano con rabbia e libidine. La telecamera punta sul mio culo che si contrae ad ogni spinta e vedo il mio sesso dilatato dal formidabile cazzo che mi sta violando. La mano di una donna si avvicina al buchino del mio culo e ci pianta con prepotenza due dita. Vedo il mio corpo sussultare e un nuovo urlo esce dalla mia bocca. La mano non si ferma e comincia a muovere il mio corpo con quelle dita saldamente piantate dentro di me. La mano si ritrae ed ecco apparire un’altro uomo. Appoggia il suo arnese sul buchino e mi scivola dentro con forza. Sono immobilizzata, il suo corpo mi schiaccia contro quello dell’uomo che si muove dentro la mia figa.
Ormai il mio corpo rimbalza inerme tra le spinte forsennate dei due uomini e le loro voci emettono dei suoni animaleschi. Dopo un po’, quello che mi sta sfondando il culo, si diverte ad uscire completamente per poi rituffarsi nella morbidezza del mio culo, incapace di opporre alcuna resistenza; ad ogni affondo un grugnito o un’incitazione da chi sta intorno, un carosello di perdizione e depravazione che mi ha completamente inghiottito. E dopo un po’ urlo il mio orgasmo. Mi scuote, mi scompone, mi fa rabbrividire e mi lascia semi svenuta. Ma loro non si fermano e continuano a chiavarmi in tutti i modi e in tutti i posti possibili. Tutti i maschi si succedono dentro di me, senza arrivare all’orgasmo e finora non ho prestato attenzione a questo particolare. Tutte le donne mi hanno rovistato, mi hanno fatto succhiare i loro umori e le loro lingue e una di loro, ad un certo punto dice alla zia: “dai facciamolo, tranquilla che non te la sciupiamo... vedrai che le piacera’, non lo vedi quanto e’ troia? hai visto quanti ne ha presi e quanto ha goduto?”.
La zia quasi non riesce a rispondere, perche’ e’ stravolta dal piacere che la mia lingua, le sta regalando tra le gambe. Ho la testa affondata tra le sue gambe, mentre qualcuno mi sta pompando nel culo, con il suo cazzone. Ha solo il fiato per dire: “ok ma fate piano, e’ poco piu’ di una ragazzina...”. l’amica, quasi per ringraziarla del consenso, la bacia oscenamente succhiandole la lingua. Nel frattempo, essere pompata con foga da due cazzi, mi porta ad urlare il secondo orgasmo che mi lascia sdraiata e inerme come una bambola rotta. Quando il mio corpo smette di essere percorso dagli ultimi fremiti, mi riportano sul divano e io continuo ad avere gli occhi chiusi.
Una donna indossa un guanto di lattice.
Lo cosparge di un gel trasparente e avvicina quella mano alla mia figa.
Ho paura di quello che sta per succedere.
Succede.
Vedo la mano sparire lentamente dentro di me e gli altri che fanno fatica a tenermi ferma. Il dolore mi fa sussultare come un’indemoniata, un urlo lacerante fuoriesce dalla mia bocca e le lacrime cominciano a colarmi ai lati degli occhi, per perdersi nei capelli. Ma la donna non smette di rovistare il mio sesso. Muove il braccio rapidamente e si diverte a mostrare il pugno chiuso fermo a meta’ strada, che mi provoca il massimo della dilatazione. E riaffonda. Le donne mi stanno intorno, mentre vengono scopate dai loro uomini e vedermi usata come un pezzo di carne, deve eccitarle parecchio. Emettono gemiti di puro godimento, sempre piu’ alti e scomposti.
Avverto i sospiri sempre crescenti dei loro uomini che uno alla volta, urlano il loro orgasmo e riempono di sborra, quelle fighe mature.
E la mano continua ad affondare senza tregua.
Una alla volta, le donne tornano a posizionarsi sopra di me, per far colare la sborra dei mariti, dalla loro figa alla mia bocca ed al mio viso. Credo di averne ingoiato una quantita’ incredibile, nonostante molta sia colata fuori. Ho la bocca impastata e non riesco a parlare. Gemiti sempre piu’ intensi accompagnano il movimento della mano e all’ennesimo affondo, un orgasmo sconvolgente mi fa perdere i sensi. Continuo a chiederemi come sono sopravvissuta a tutto questo.
Suonano alla porta.
Spengo il televisore e vado a vedere chi e’.
Attraverso lo spioncino riconosco il volto della zia. Apro la porta e i nostri sguardi si incontrano. In un attimo capiamo di sapere entrambe le stesse cose. Entra e imbarazzata mi chiede: “come stai?” Per tutta risposta, le passo una mano dietro i capelli e la bacio, correndo a cercare la sua lingua per succhiarla avidamente. In un istante lei ricambia il bacio e la sua mano si introduce sotto la mia gonna, trovandomi nuda e bagnata. Le sue dita entrano con facilita’ e con pochi gesti esperti, conclude la masturbazione cominciata con l’inizio del filmino, facendomi urlare un orgasmo interminabile... i miei sussulti sono i titoli di coda di un film, che rappresenta l’inizio di una nuova vita.
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